Climatizzazione, Fabrizio Panna Nella progettazione termotecnica si deve puntare sempre al massimo comfort

 

Dagli impianti di riscaldamento e condizionamento a quelli idrotermosanitari, dal trattamento dell’aria al solar cooling passando per cogenerazione, trigenerazione e rilevazione fumi e incendi: è la versatilità progettuale il valore aggiunto che rende un termotecnico un unico interlocutore capace di garantire efficienza, sicurezza e comfort nel mondo dell’impiantistica e delle sue applicazioni. Ne parliamo con Fabrizio Panna, titolare dell’omonimo studio termotecnico di Albino, a pochi chilometri da Bergamo, da oltre 20 anni punto di riferimento per l’edilizia residenziale, industriale e nel terziario

Che tipo di impianti proponete?

«Siamo specializzati nella progettazione di impianti tecnologici con soluzioni personalizzate che soddisfano le varie esigenze: dal piccolo impianto privato alla grande centrale termica di un’azienda, passando per uffici e negozi. Impianti tecnologicamente avanzati ma di facile utilizzo, affidabili e durevoli nel tempo, che garantiscono risparmio a lungo termine sempre con una particolare attenzione all’aspetto ambientale».

 Soluzioni sempre personalizzate?

«Proponiamo solo soluzioni su misura che comprendono la migliore tecnologia possibile, la soluzione gestionalmente più economica e la semplicità delle manutenzioni, dando sempre il giusto peso all’uso di energie rinnovabili. Oltre allo studio e allo sviluppo della regolazione climatica di sistemi progettati al fine di ottenere sempre il migliore risultato e il massimo comfort ma con l’attenzione di mantenere al minimo i consumi dedichiamo una particolare attenzione alla gestione delle energie per ridurre al minimo gli sprechi e ottenere sempre la massima efficienza con un significativo contenimento dei costi di gestione».
A questo si aggiunge tutto il lavoro di sostegno che lo studio termotecnico esegue in merito a numerose pratiche amministrative quali la Legge 10, detrazioni fiscali, certificazioni energetiche e certificati di prevenzione incendi».

Quale è il ruolo del progettista?

Il dialogo tra cliente finale, progettista e installatore è fondamentale e il confronto e il coinvolgimento fra le parti è necessario anche per ottimizzare i costi. A volte la difficoltà di comunicazione nasce dalla mancanza di fiducia nelle rispettive professionalità e il dettaglio più importante tra tutti è ancora lo sconto economico. Il progetto termotecnico e quindi l’impiantistica di un edificio sono invece fondamentali per ottenere comfort ed economia di gestione negli anni. Sviluppare insieme al cliente l’idea impiantistica di base è l’”abc” di ogni soluzione».

E dopo aver valutato le esigenze del committente?  

«Tutto ruota attorno al computo metrico che è un elaborato redatto dal progettista termotecnico: un documento nel quale troviamo sia le caratteristiche di tutti i componenti che compongono il futuro impianto oltre agli oneri di messa in funzione e di collaudo stesso degli impianti. Un edificio ha infatti bisogno del suo sistema di impianti che va progettato sulla base delle caratteristiche costruttive e delle necessità personali. Il computo metrico, con il supporto del progetto esecutivo, consente di fatto di valutare più soluzioni a parità di materiali e tecnologia».

Dove è arrivata oggi la progettazione termotecnica?

«I software utilizzati sono tra i più avanzati del settore e permettono contemporaneamente di disegnare, progettare, eseguire i calcoli e computare, mantenendo così coerenti tra loro disegni, relazioni di calcolo e computo metrico, anche in seguito alle sempre numerose varianti progettuali. Soprattutto per quel che riguarda gli impianti a canali d’aria si utilizzano programmi tridimensionali che lavorano in ambiente autocad e che rendono realisticamente possibile la valutazione degli ingombri impiantistici, eliminando problemi di sovrapposizioni e di interferenze. Dal progetto tridimensionale vengono poi ricavate anche piante e sezioni  bidimensionali, sempre coerenti tra loro e facilmente leggibili».

Quali sono le problematiche che un progettista incontra?

«Architetti e committenti cercano e guardano più al risultato estetico e chiedono soluzioni invisibili ma anche efficienti. Riuscire ad accontentare le esigenze estetiche con quelle impiantistiche è il compito del termotecnico. Del resto non c’è mai una soluzione universale ma si deve analizzare la questione ambiente per ambiente, come la possibilità di nascondere gli impianti nei controsoffitti o realizzare bocchette d’aria».

Non esiste, quindi, l’impianto perfetto…

«No e la scelta dell’impianto dipende sempre dalla struttura dell’edificio, dai suoi criteri costruttivi e, soprattutto, dell’utilizzo che se ne fa. Ogni impianto ha infatti i suoi pro e contro e la scelta va consigliata in funzione dell’uso e in un’ottica di risparmio energetico. Prima di tutto viene il comfort: raggiunto quello si valuta con che tipo di impianto e con quale gestione si può ottimizzare. Una particolare attenzione viene sempre riversata alla gestione delle energie al fine di ridurre al minimo gli sprechi per ottenere sempre la massima efficienza con un significativo contenimento dei costi di gestione».

A proposito di risparmio energetico quali sono le soluzioni più diffuse?

«Oggi il termotecnico è particolarmente sensibile al risparmio energetico e all’inquinamento ambientale e per questo la progettazione di impianti ecologici, a bassa temperatura ed alimentati mediante energie rinnovabili alternative, è diventata una prassi sia nell’edilizia civile sia in quella terziaria e industriale. Del resto, nelle nuove edificazioni i capitolati sono molto stringenti riguardo alla scelta di determinati impianti ad alta efficienza energetica così come previsto dalla normativa. A mio parere si tratta di trovare il giusto compromesso tra il minimo indispensabile e la massima tecnologia».

 Oggi si parla tanto anche di caldaie a condensazione…

«Sono sempre più diffuse e la scelta non è legata alla potenza o alla grandezza degli ambienti. La caldaia a condensazione è infatti più “intelligente” rispetto a quella tradizionale perché consuma meno e rende di più. Poi ci sono i sistemi ibridi alimentati da una pompa di calore e da una caldaia che garantiscono rendimenti ancora più alti».

E tra le nuove tecnologie più innovative?

«Il solar cooling per il raffrescamento degli ambienti interni ottenuto dall’abbinamento dai pannelli solari termici a un assorbitore. In altre parole, la tecnologia del solar cooling permette di produrre freddo, sotto forma di acqua refrigerata a partire da una sorgente di calore. Considerati i costi e le taglie (oltre 20 kW) delle macchine frigorifere, il solar cooling è da valutare solo per sistemi di condizionamento di tipo centralizzato o per grandi ambienti, dove l’aria-acqua fredda viene portata nelle singole zone dell’edificio attraverso una rete di distribuzione.

In ambito industriale si applica sempre più frequentemente il raffrescamento evaporativo adiabatico che sfrutta il principio fisico naturale per cui l’acqua, evaporando, abbassa la temperatura dell’aria. La refrigerazione viene prodotta da raffrescatori attraverso lo scambio di energia tra acqua e aria».